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      A me parve ben fatto d'aspettargli, cosí per veder quel che voleano, come per veder se il nostro interprete gli avesse potuti intendere. Costoro, giunti al dritto nostro, si gettavano dall'una e l'altra riva nel fiume con i lor archi e frezze, e parlando l'interprete non gl'intendeva, onde io cominciai a far lor cenno che dovessero lasciar l'arme, come aveano fatto gli altri. Alcuni lo facevano e alcuni no, e quei che le lasciavano io gli facevo accostar a me e donavo loro alcune cose di cambio, onde, questo veduto dagli altri, per averne anco essi la parte loro le lasciavano similmente. Io, giudicando esser sicuro, saltai con esso loro in terra e mi posi in mezzo d'essi, i quali, conoscendo che io non volevo guerra, mi cominciarono a dar di quelle concole e paternostri, e chi mi portava alcune pelle ben aconcie, e altri del maiz e una torta del medesimo maiz macinato, in modo che niuno vi fu che non venisse con robba: e prima che me la dessero, alquanto da me appartati cominciavano a gridar forte e faceano cenno col corpo e con le braccia, e poi s'appressavano a darmi quel che portavano. E già che era tramontato il sole, io mi feci alla larga e sursi in mezzo il fiume.
      Il giorno seguente, che ancora non era dí chiaro, quando dall'una e l'altra parte del fiume si sentivano maggior gridi e di piú Indiani, i quali si gettavano nel fiume a nuoto e venivano a portarmi alcune mazoche di maiz e di quelle torte che ho detto: io mostravo a loro grano e fava e altre semenze, per veder se n'avean alcuna d'esse, ma mostravano di non ne aver notizia e di tutto si maravigliavano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Indiani