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      Mi domandarono fino a quanto l'aveano essi a metter sotto terra, e io glielo mostrai. Fu molta la gente che andò ad accompagnarla, e quei che quivi restarono m'interrogarono in qual modo aveano da giungere le mani e a che guisa s'aveano da inginocchiare per adorarla, e mostravano d'aver un gran pensiero d'impararlo.
      Questo fatto, presi quel principale della terra e con esso entrato nelle barche mi mise al mio cammino nel fiume, e tutti di qua e di là della riva m'accompagnavano con grande amorevolezza, e mi servivano in tirar l'alzana e tirarci dalla ghiaia dove spesso entravamo, percioché in molti luoghi trovavamo il fiume cosí basso che non v'era acqua per le barche. Cosí andando, venivano degl'Indiani che io avevo lasciati a basso a dirmi che io gl'insegnasse bene la maniera come che aveano da giungere le mani nell'adorazione di quella croce, altri mostravano se le stavan bene poste in quel modo, in modo che non mi lasciavan riposare. Vicino all'altra riva del fiume era maggior quantità di gente, che a gran fretta mi chiamavano, che dovesse pigliar delle vettovaglie che mi portavano. E perché m'accorsi che l'uno aveva invidia all'altro, per non lasciar costoro discontenti lo feci, e quivi comparse un altro vecchio come il passato, che mi portò della vettovaglia con le medesime cerimonie e offerte, e volse da lui intender qualche cosa come dall'altro. Costui similmente diceva all'altra gente: "Questo è il signor nostro. Già voi sapete quanto tempo è che noi sentimmo dire dagli antichi nostri che al mondo era gente barbata e bianca, e noi ce ne facevamo beffe.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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