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      Io gli dissi che si ricordasse di voler sempre pace, e come io andavo per visitare quel paese, ma, essendo forzato di ritornarmene per il fiume a basso, non lo facevo, ma che ritorneria, e che in tanto essi dessero quella croce al suo signore: il che mi promisero di fare, e che se n'andavano diritto a portarli la croce, con certe penne che in quella v'erano. Da costoro io volsi intendere che gente abitava le rive del fiume di sopra, i quali mi dierono notizia di molti popoli, e dissonmi che il fiume montava assai piú che io non avevo visto, ma che essi non sapeano il principio d'esso per venir molto lontano, e che in esso entravano molti altri fiumi.
      Ciò fatto, l'altro giorno da mattina me ne venni per il fiume a basso, e il dí seguente giunsi dove avevo lasciato lo Spagnuolo, al quale parlai e dissi che le cose m'eran passate bene, e che in questa e l'altra volta ero entrato dentro in terra piú di trenta leghe. Gl'Indiani da quel luogo mi domandarono della cagione perché io mi partivo, e quando saria la mia tornata, a' quali risposi che sarebbe presto. Cosí navigando a basso, una donna si gettò nell'acqua gridando che la dovessimo aspettare, ed entrò nella nostra barca mettendosi sotto una banca, donde mai la potemmo far uscire. Seppi che ciò faceva perché il marito ne teneva un'altra, della quale avea figliuoli, dicendo che non intendeva di star piú con esso lui, poiché n'avea un'altra. Cosí ella e un altro Indiano se ne vennero con meco di lor buona voglia. In questo modo giunsi alle navi, e fattele por in ordine ce ne venimmo al nostro viaggio, costeggiando e molte volte saltando in terra, entrando adentro per gran spazio, per vedere se si poteva intendere qualche cosa del capitano Francesco Vazquez e sua compagnia, della quale non avemmo altro indicio se non quel che intesi in quella riviera.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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