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La conquista del Perù e provincia del Cusco, chiamata la Nuova Castiglia, scritta e drizzata a sua Maestà da Francesco di Xerez, secretario del capitan Francesco Pizarro, che questi luoghi conquistò.
Proemio
Perché in gloria di Dio e onore e servigio della Maestà cesarea i fideli si rallegrino e gli infedeli si spaventino, poiché la providenza divina e la fortuna dell'imperator nostro e militare disciplina della nazione spagnuola hanno a questi tempi nostri fatto cose che per sempre ne resterà memoria, mi è paruto di non tacerle, ma di scriverle e mandarle a sua Maestà, accioché a tutti sia noto come col favor divino si sono alla nostra santa fede recate infinite genti, sotto l'obbedienza del re nostro signore. Non si legge che mai, né appresso gli antichi né appresso i moderni, cosí grande e strana impresa si facesse di cosí poca gente contra tante, né che tanti e cosí gran mari si solcassero, né che s'andasse a conquistar terra che non si sapesse né se ne avesse notizia alcuna. Chi adunque s'agguaglierà con le genti di Spagna? Non i Giudei certo, non i Greci, non i Romani, de' quali piú che di tutti gli altri si scrive, perché, se i Romani soggiogarono tante provincie, lo fecero con uguale o poco meno numero di gente, e in terre cognite e fornite di vettovaglie ordinarie, e con capitani ed eserciti pagati: là dove i nostri Spagnuoli sempre sono stati pochi in numero, che mai furono insieme piú che dugento o trecento, e qualche volta cento e meno anco, e il maggior numero, che non fu qui che una sola volta col capitan Pedrarias venti anni adietro, fu di 1300; e quelli che vi sono in diverse volte andati non sono stati né pagati né forzati, ma vi sono di lor propria volontà andati e alle lor proprie spese.
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