Con questa sicurtà, benché con molto timore, venne il cacique con alcuni principali de' suoi, e fu allegramente dal capitano ricevuto, che li disse che a quelli che venivano di pace non si doveva far danno, ancorché ribellati prima si fussero, e che, poiché esso venuto era, non li farebbe piú guerra di quella che fatta gli aveva, e che perciò facesse sicuramente ritornare alle terre le genti sue. Fatto levare via dall'altra parte del fiume quella vettovaglia e provisione che vi ritrovò, menandone seco il cacique con gli altri Indiani principali, se ne ritornò con le genti sue dove aveva lasciato il governatore e li raccontò quanto fatto aveva. Ed egli, ringraziando nostro Signore che cosí bella vettoria data gli avesse senza esservi niun cristiano ferito, mandò a riposare quelli che avevano travagliato; poi dimandò il cacique perché si fusse ribellato e avesse morti li cristiani, essendo da lui stato cosí ben trattato: perché esso credeva che avendoli restituita gran parte delle sue genti, che il cacique della isola gli aveva preso, e dateli in mano quelli capitani che gli avevano la sua città brucciata, perché ne facesse giustizia, averlo dovuto ritrovare di tanti beneficii grato e fedele. Il cacique rispose queste parole: "Io seppi da certi miei principali che avevano morti i tre cristiani della barchetta, ma non vi fui io già partecipe, e per questo temette che non m'aveste a dare a me la colpa". Disse allora il governatore: "Fammi venire qua questi principali che questo fecero, e venga tutta la tua gente ad abitare le sue terre". Il cacique mandò a chiamare le sue genti, e disse che non si potevano avere in mano quelli che avevano i cristiani morti, perché s'erano da quella provincia allontanati.
| |
Indiani
|