Stato che fu il governatore alcuni giorni in quel luogo, veggendo che non si potevano quelli omicidiali avere, e che tutta la città di Tumbez stava rovinata e quasi desolata di gente, e che in questa provincia non erano piú Indiani di quelli che stavano a questo cacique soggetti, deliberò di partirsi con alcune genti da piedi e da cavallo, per ritrovare un'altra contrada piú popolata d'Indiani per far ivi una nuova terra. Pare gran cosa che si sia cosí disabitata Tumbez, per alcuni belli edificii che si veggono che aveva, con duoi palazzi cinti attorno con duoi muri di terra, e con li loro cortili e stanze e porte con difese, che fra Indiani erano buone fortezze. Ma dicono gl'Indiani stessi di quel luogo che erano stati cosí distrutti da una gran pestilenza che stata v'era, e dalla guerra che aveva lor fatta il cacique dell'isola. Ora il governatore, lasciando qui un suo luogotenente con alquanti cristiani in guardia delle bagaglie e delle robbe che acquistate fino a quel giorno avevano, si partí col resto delle genti, mentre che il cacique pacifico faceva riabitare le sue terre.
Partono della terra di Tumbez per scoprir altro popolo, e pervengono al fiume Turcicarami, e si fermano in Puechio, dove dal popolo sono con buon animo di servire ricevuti. Muovono guerra ad alcuni disobedienti, e fanno ardere il cacique Almotaxe con alcuni suoi principali, e in Tangarara edificano la terra di San Michele.
Il primo dí che il governator Pizarro si partí di Tumbez, che fu a' sedeci di maggio del 1532, giunse ad una terra picciola; il terzo giorno poi giunse ad una terra posta fra certi monti, il cui cacique fu chiamato Giovanni.
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