Il governatore ordinò che si provedessero d'armi quelli che non n'avevano, e pose in ordine di quanto bisognava a' balestrieri, e fece un capitano che avesse il carico di tutte queste genti che conduceva.
Provisto che ebbe a tutto il bisogno, il governatore si partí con le genti che aveva e, avendo caminato fino a mezzodí, giunse in una gran piazza circondata di un muro di terra ben fatto, ed era d'un cacique chiamato Pabor. Quivi con le sue genti si fermò, e seppe che questo cacique era gran signore, ma che allora si ritrovava rovinato, perché il Cusco vecchio, padre d'Atabalipa, gli avea distrutte venti terre e uccisoli tutte le genti. Pure con tutto questo danno aveva molte genti, e stava con lui unito un suo fratello, cosí gran signore come esso, ed erano ambidue in pace co' nostri, assignati già alla città di San Michele. Questa terra e quella di Piura stanno in certe valli piane assai buone. Il governatore in questo luogo s'informò delle terre e caciqui convicini e del camino di Caxamalca, e intese che due giornate lontane di quivi era una gran terra chiamata Caxas, dove era guarnizione d'Atabalipa, che aspettava i cristiani se di quivi passassero. Il che avendo egli inteso, vi mandò secretamente un suo capitano con gente da piè e da cavallo, con ordine che amorevolmente cercasse, ritrovandovi gente d'Atabalipa, di tirargli al servigio di sua Maestà. Il capitano si partí quel dí stesso subito. Il dí seguente partí il governatore, e giunse ad una terra chiamata Zaran, dove si fermò per aspettare il capitan che a Caxas mandato aveva, e quello nel quinto giorno gli mandò per un messo a far sapere quanto successo gli era.
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