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      Ma perché vedeva che gl'Indiani delle terre stavano sollevati (perché, se bene alcuni vi vennero di pace, tutte l'altre terre nondimeno stavano abbandonate e avevano fuggita la robba), dimandò d'Atabalipa, e se sapevano se esso aspettava i cristiani per pace o per guerra: e non ne puoté da niuno intendere la verità, per paura che tutti aveano d'Atabalipa, finché, essendo tratto un principale da parte e tormentato, disse che Atabalipa aspettava i nostri con esercito grosso per far loro guerra, e che avea in tre parti le sue genti divise, e diceva con molta superbia che egli avea a far morire tutti i cristiani: il che diceva questo principale averglielo esso inteso dire. La mattina seguente il capitano fece tutte queste cose intendere al governatore, il quale fece tosto da amendue le parti del fiume tagliare alberi, perché potesse la gente con le bagaglie passare, e furono fatti tre ponti, per i quali tutto quel dí non si fece altro che passare l'esercito, e i cavalli passarono a nuoto. Il governator, passate che furono con tutto questo travaglio le genti, le fece alloggiare nella fortezza dove il capitano stava, e, fattosi venire un cacique, intese che Atabalipa stava presso a Caxamalca con molte genti da guerra, che potevano esser da cinquantamila uomini. Quando egli udí tanto numero di gente, credendo che colui nel conto errasse, volse informarsi del modo del contar loro, e ritrovò che numeravano da uno fin a dieci e da dieci fin a cento, e dieci volte cento fanno mille, e cinque volte diecimila erano le genti che Atabalipa avea.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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