Nell'entrar della città viddero i nostri il campo degl'Indiani, una lega lungi da quel luogo, e presso alla costa d'un monte. Giunse il governatore in questa città ad ora di vespero, a' quindeci di novembre nel 1532.
Nel mezzo di Caxamalca sta una gran piazza, rinchiusa ben intorno d'un muro di calce e terra, e con molte buone stanze d'alloggiarvi dentro; onde perché non erano nella terra le genti che abitare la dovevano, il governatore in questa piazza si ristrinse con i suoi. Poi mandò un messo ad Atabalipa, facendogli intendere che egli era giunto, e che perciò venisse, che si vedrebbono insieme e gli mostrerebbe dove fusse egli dovuto alloggiare. E in questo mezzo mandò vedendo la terra, accioché, se altra miglior fortezza vi fosse, quivi si fosse potuto far forte, e comandò che stessero tutti su la piazza e quelli da cavallo non smontassero, finché si vedeva se Atabalipa veniva. Fu veduta la terra, e non vi fu ritrovato miglior luogo per starvi che quella piazza.
Questa città, che è la principale di tutte l'altre che in questa valle sono, era situata e posta nella costa d'un monte, e ha una lega di spacio di terra piana; e per questa valle corrono due fiumi, ed è questa valle, che va di lungo piana fra due monti, molto abitata. Ora la città di Caxamalca può essere di duemila fuochi, e ha nella sua entrata due ponti, perché indi li due fiumi scorrono. La piazza ch'ho detto è maggior d'alcuna che ne sia in Spagna, e tutta rinchiusa, e con due porte per le quali si va nella città. Le case di questa piazza si stendono piú di dugento passi in lungo, e sono assai ben fatte, e sono circundate d'un forte muro di terra e calce, alto quanto è tre volte un uomo; e i tetti sono coperti di paglia e di legname posta sopra le mura.
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