Egli aveva pensiero, se non gli accadeva d'essere preso, di ritornarsi a riposare alla terra sua, e per viaggio rovinare tutti quelli popoli della provincia di Tomipomba che se gli erano posti in difesa, e mandarvi nuove genti ad abitarla, perché voleva che i suoi capitani li mandassero, per fare riabitare poi Tomipomba, quattromila uomini accasati della gente del Cusco che conquistata avevano.
Ora Atabalipa disse al governatore Pizarro che li darebbe in mano il Cusco suo fratello, che gli suoi capitani li mandavano prigione, perché esso ne facesse quello che piú volesse; e perché temeva che gli Spagnuoli non avessero anco ammazzato lui stesso, disse al governatore che darebbe una gran quantità d'oro e d'argento per gli Spagnuoli che preso l'avevano. E dimandato che quantità ne darebbe e fra che termine, rispose che avrebbe dato d'oro una sala che era ivi, ed era ventiduo piedi lunga e diciassette larga, piena fino ad una certa linea bianca che si vedeva nella metà della sua altezza, che poteva essere questa altezza dal suolo fino a quella linea quanto è una volta e mezza alto un uomo. Ora fino a questa misura disse che avrebbe quella sala piena di diversi pezzi d'oro, come son cocomi grandi, pignatte o vasi grandi da cucinare, e tegole e piastrelle e altri pezzi, e che d'argento ne avrebbe dato due volte piena quella casa, e che questo l'attenderebbe fra il termine di due mesi. Il governatore gli disse che dispaciasse i messi suoi a fare questo effetto, e che, facendolo venire, non avesse timore alcuno.
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