Ma il governatore, veggendo quanto si differiva il portare dell'oro, mandò tre cristiani perché sollecitassero e facessero venire quell'oro che era giunto in Xauxa, e che andassero a vedere la città del Cusco; e ad un delli tre diede potestà di potere in suo luogo in nome di sua Maestà prendere la possessione del Cusco e di tutto il convicino, in presenza d'un notaio publico che con loro andava. E con questi mandò un fratello d'Atabalipa, avendo loro espressamente comandato che non facessero male alcuno a niuno di que' popoli, né togliessero ad alcuno nulla contra lor volontà, né facessero piú di quello che a quel principale che con loro andava piacesse, accioché non vi fussero da quella gente morti, e procurassero di vedere il popolo del Cusco e portassero d'ogni cosa relazione. E cosí costoro partirono di Caxamalca a' quindeci di febraro del sopra detto anno.
Il capitano Diego d'Almagro giunse con alcune genti in Caxamalca il dí di Pasqua nel medesimo anno, che fu a' tredeci d'aprile e vi fu ben ricevuto dal governatore e dagli altri che con lui stavano. Un negro che partí con quelli cristiani che andavano al Cusco ritornò a' ventiotto d'aprile con 107 carichi d'oro e sette d'argento, e si ritornò da Xauxa, dove ritrovarono gl'Indiani che con l'oro venivano; e disse questo negro che il capitan Fernando Pizarro verrebbe assai presto, perché era andato in Xauxa a vedere Chilichuchima. Il governatore fece porre tutto questo oro con l'altro e fece contare tutti i pezzi. A' venticinque di maggio ritornò in Caxamalca il capitano Pizarro, con tutti li cristiani che seco menati aveva e con Chilichuchima, e fu dal governatore e da tutti gli altri che con lui erano assai bene ricevuto.
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