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      Quivi si riposò il capitano un giorno, perché la gente e i cavalli andavano molto stanchi del cammino cattivo che fatto avevano; e vi stette con buona guardia, perché la terra era grande, e Chilichuchima vi era assai presso con cinquantacinquemila uomini. L'altro giorno poi partendo cavalcò per una valle piena di lavorecci e di bestiame, e andò due leghe, per dormire la notte in una terra picciola chiamata Pachicoto. Quivi lasciò il capitano la strada reale che va al Cusco, e tolse quella che va per li piani. La mattina seguente adunque partendo andò a dormire a Marcara, della qual terra era signore uno che si chiamava Corcara, il quale era molto ricco d'armenti, per la bontà della contrada ne' pascoli. Da questa terra corrono l'acque verso il mare e la strada si fa difficile e aspra, perché tutto il paese adentro è molto freddo e pieno di acqua e di neve, e la costiera del mar molto calda; e vi piove tanto poco che non basta per li seminati loro, onde vi proveggono irrigando la terra con l'acque che scorrono giú dai monti, e cosí la contrada viene ad essere fertile e copiosa di vettovaglie e frutti.
     
     
      Passano per le terre di Guaracanga, Parpunga, Guamamayo, Guarua, Glachu, detta delle Pernice, Suculacumbi, e a Pacachama, città della moschea ricca, nella quale entrano e distruggono la capella e spezzano l'idolo, facendo sapere agl'Indiani quello essere il diavolo.
     
      Partendo il dí seguente il capitano camminò giú per un fiume pieno di lavorecci e d'alberi fruttiferi, e andò ad alloggiare ad una terra picciola chiamata Guaracangua.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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