E cosí lo cavorono fuori per farne la giustizia, ed essendo menato alla piazza, disse di voler diventar cristiano, il che fu tosto fatto a saper al governatore, che ordinò che fosse battezzato: e il padre fra Vincenzo di Valverde, che l'andava confortando alla morte, lo battezzò. Allora comandò il governatore che non lo brucciassero, ma l'affogassero legato ad un palo su la piazza: e cosí fu tosto eseguito. E vi stette il tiranno morto a quel modo fino alla mattina seguente, che li religiosi e il governatore con gli altri Spagnuoli lo condussero a sepellire nella chiesa, con molta solennità e col maggiore onore che fu possibile di fargli. E a questo modo forní la vita sua questo crudele, senza mostrare di risentirsi punto di questa morte, dicendo che raccomandava al governatore i suoi figliuoli. Nel tempo che lo portavano a sepellire, si levò un gran pianto di donne e di altri suoi servitori di casa. Morí il sabbato, a quella ora stessa che fu preso e rotto dai nostri: dicevano alcuni che per li suoi peccati era morto in quel dí e in quella ora che era stato fatto prigione. E cosí pagò in un punto tutti quelli gran mali e crudeltà ch'aveva co' suoi stessi vassalli operato, perché tutti ad una voce dicono che egli fosse il maggior manigoldo e macellaro crudele che si vedesse mai fra gli uomini, perché per ogni minima causa desolava un popolo, e per un picciolo errore che un solo uomo avesse commesso faceva morire diecimila persone e spianava una terra, e s'aveva tirannicamente soggiogate tutte quelle provincie, onde v'era da tutti temuto e mal visto.
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Vincenzo Valverde Spagnuoli
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