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      I duoi cristiani, vedutigli metter insieme, senza por mente al gridare e chiamar loro, dierono in essi e n'uccisero alcuni e altri fecero fuggire, i quali si vennero tosto ad unir con altri che erano usciti in lor soccorso, e fecero una massa di qualche dugento, ne' quali di nuovo i duoi Spagnuoli assaltarono in una strada stretta e li roppero, facendogli rinculare alla riva d'un fiume grande che corre per quella città; e in quel tempo l'uno d'essi Spagnuoli aveva mandato quello Indiano che ho detto con la lancia inastata, in segno che eran nella città li nemici con l'arme. Gli Spagnuoli, udito questo, dierono di sproni a' cavalli e senza fermarsi giunsero alla terra ed entrarono dentro, e trovati i loro duoi compagni, gli fu da loro narrato quel ch'era loro avvenuto con quelli Indiani. E correndo i capitani verso quella parte dove s'erano ritirati li nemici, giunsero alla riva del fiume, che era in quel tempo molto ingrossato, e da quella riva viddero ad un quarto di lega dall'altra banda gli squadroni de' nemici: onde, passato il fiume con non poca fatica e pericolo, camminorono verso loro. Il governatore restò alla guardia della terra, perché si diceva che dentro v'erano similmente genti nemiche nascose. Gl'Indiani, veduto che i cristiani avevano passato il fiume, si cominciarono a ritirare, fatti duoi squadroni. E l'uno dei capitani spagnuoli con i suoi quindeci cavalli leggieri spinse per una costa del colle dove essi erano per pigliarlo, accioché quivi non potessero farsi forti e ritirarvisi: e gli altri duo capitani spinsero per dritto alla volta loro lungo il fiume, e gli aggiunsero in una seminata di maiz, lungi una lega da Xauxa, e rompendo in loro gli posero in rotta, giungendoli quivi tutti, che di seicento che erano non ne scamparon piú di venti o trenta, che presero il monte prima che il capitano con quei quindeci vi giungesse: e in questo modo si salvarono, perché la maggior parte si riduceva verso l'acqua, pensando salvarsi in essa, però i cavalli leggieri passavano il fiume quasi a nuoto dietro di loro e non ne lasciavano alcun vivo, eccetto qualche uno che se era loro ascoso nel perseguitargli doppo che furon rotti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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