Fu similmente finto quel che disse ad Aticoc e agli altri signori della provincia del Cusco, che avrebbe fatto signore colui che essi avessero voluto, perciò che bisognava che cosí si governasse, per l'essere in che si trovavano le cose in quel tempo, per star bene con tutti. A Chilicuchima cercava di dar parole accioché facesse venir le genti che erano al Cusco con l'arme a lasciarle, perché non facessero danno nelle genti del paese, e a quelli del Cusco accioché fossero veri amici de' cristiani, e li desse aviso di quel che i nemici trattavano e di tutto quel che si faceva nel paese: e per queste cagioni e altre diceva questo il governatore con molta prudenza. Chilicuchima ricevé, per quel che dimostrò, tanto piacere di queste parole come se l'avesse fatto signor di tutto il mondo, e rispose che avrebbe egli fatto tutto quel che li comandava, e che avrebbe dato ordine che i capitani e soldati fossero venuti alla pace, e che avrebbe spediti messi a Guito perché il figliuolo d'Atabalipa fosse venuto, ma che si dubitava che fosse impedito da due gran capitani che erano con esso lui, che non l'avrebbono lasciato venire; però con tutto questo avrebbe mandato tal persona con l'ambasciata, che si pensava che avrebbono condesceso tutti a ciò che egli avesse voluto. E gli soggiunse: "Signor, poiché tu vuoi ch'io faccia venir questi caciqui, toglimi questa catena da dosso, percioché, vedutomi con essa, non vorran fare il comandamento mio". Il governatore, accioché egli non sospettasse che fosse finto quel ch'egli aveva detto, gli disse esser contento di farlo, però con una condizione, che gli voleva por le guardie di cristiani, finché avesse egli fatti venire quelli soldati che erano con l'armi in mano in atto di pace, e avesse veduto il figliuolo di Atabalipa: ed egli restò sodisfatto di questo, e in questo modo fu sciolto e dal governatore postagli buona guardia, per esser quel capitano la chiave di tener quel paese pacifico e soggetto.
| |
Aticoc Cusco Chilicuchima Cusco Cusco Guito Atabalipa Atabalipa
|