Passato il fiume, si cominciò a montare una montagna asprissima e lunga, tutta fatta a scaloni di pietra molto spessi: quivi travagliarono tanto i cavalli che, quando finirono di salirla, s'erano per la maggior parte disferrati, con l'unghie guaste dei piedi dinanzi e di dietro. Salita quella montagna, che durò ben mezza lega, andando un altro pezzo per una costa sul tardi, arrivò il governator con questa gente ad una picciola villetta che era stata abbrucciata da' nemici Indiani e saccheggiata, e però non vi si trovò né gente né maiz né altra sorte di vettovaglia, e l'acqua era molto lontana, percioché gl'Indiani avevano rotti i condotti che venivano alla città: che fu gran male e gran disagio per gli Spagnuoli, perché, per aver quel giorno trovato il cammino aspro, faticoso e lungo, avevano bisogno di buono alloggiamento.
Si partí di quivi l'altro giorno il governatore e se n'andò a dormire ad un'altra terra, che quantunche fosse molto grande e buona e piena di molti alloggiamenti, si trovò nondimeno in essa cosí poco refrigerio come nell'altra passata: e chiamasi questa terra Panarai. Si maravigliò molto il governatore con gli Spagnuoli di non veder quivi né vettovaglie né cosa alcuna, percioché, essendo questo luogo d'un signor di quelli che erano stati con Atabalipa e con il signor morto in compagnia di cristiani, era di continuo venuto in lor compagnia fino a Xauxa, che disse voler andar avanti per apparecchiar in questa sua terra vettovaglia e altre cose necessarie per gli Spagnuoli: e non ritrovandosi quivi né egli né sua gente, si teneva per certo che il paese lí vicino era con l'arme in mano; né essendosi avuto lettera veruna dal capitano che andava innanzi con li 60 da cavallo, da una in fuori, nella qual faceva sapere ch'egli andava dietro a' nemici indiani, si temeva che i nemici non avessero lor tolto qualche passo, onde non potesse venir messo alcuno mandato da lui.
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