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      Doppo varii incommodi patiti nel viaggio, avendo passate le città di Bilcas e d'Andabailla, prima che giunghino ad Airamba hanno lettere dagli Spagnuoli, per le quali gli mandano in soccorso trenta cavalieri.
     
      Questa lettera avendo ricevuto il governatore, sentirono insieme con lui tutti gli Spagnuoli infinito piacere per la vittoria che aveva avuta il capitano; e incontanente la mandò insieme con un'altra sua alla città di Xauxa, al tesoriero e Spagnuoli che v'erano restati, acciò con esso loro participassero il piacere delle buone nuove della vittoria del capitano. E similmente mandò messi al capitano e Spagnuoli che eran seco, ringraziandogli assai della vittoria che avevan avuto, pregandogli e avisandogli che in queste cose si governassero sempre piú tosto col consiglio che col por mente alle forze loro, e che in ogni modo gli dovessero aspettare passato l'ultimo ponte, accioché tutti poi insieme facessero l'entrata nella città del Cusco. Ciò fatto, si partí il governatore il dí seguente, che fu d'un aspro e faticoso cammino di montagne petrose, e ascese e discese di scaloni di sassi, che si pensarono tutti con fatica non poter ritrarne i cavalli, considerato il cammino fatto e quel che anco avevano da fare. Giunsero a dormire quella notte ad una terra che era posta dall'altra parte d'un fiume, che aveva sopra similmente un altro ponte di rete: i cavalli passarono per l'acqua, e la gente pedona e servitori di cristiani andarono per il ponte. Il seguente giorno ebbero buon cammino lungo quel fiume, dove trovarono molte selvaticine, cervi e camozze; e quel dí giunsero ad alloggiar a certi alloggiamenti vicini a Bilcas, dove il capitano che andava innanzi aveva fatto, per camminar la notte e ire ad entrar a Bilcas senza esser sentiti, come entrò. E quivi venne un'altra sua lettera, dove diceva che s'era partito da Bilcas già duo giorni ed era giunto ad un fiume 4 leghe innanzi, il quale aveva guazzato per esser brucciato il ponte, e quivi aveva inteso che il capitano Narabaliba andava fuggendo con qualche venti Indiani; e che s'era incontrato in duomila Indiani che gli aveva mandati in soccorso il capitano del Cusco, i quali, come seppero la rotta di Bilcas, se ne ritornarono fuggendo con esso lui, cercando d'andar a congiungersi con le reliquie sparte di quei che fuggivano, aspettandogli in una terra chiamata Andabailla; e che egli determinava di non fermarsi mai, finché non si fusse trovato con loro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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