Ed essendo partito, si partí similmente il dí seguente il governatore, con dieci da cavallo e venti pedoni che guardavano Chilichuchima, e affrettò tanto il cammino quel giorno che di due giornate ne fece una. Già che era per giunger alla terra dove aveva da dormire, chiamata Andabailla, venne un Indiano fuggendo a dire che in certa costa del monte, che mostrò col deto, s'era scoperta gente di guerra inimica; onde il governatore, cosí armato come stava, a cavallo, con gli Spagnuoli che aveva seco andò a pigliar l'alto di quella costa e la scoperse tutta, senza aver trovata la gente che quello Indiano aveva detto, perché quella era gente nativa di quel paese, che era fuggita dagl'Indiani di Guito perché gli faceva grandissimo danno. Giunto il governatore e compagni in quella terra d'Andabailla, cenarono e riposarono quella notte; e il dí vegnente pervennero alla terra d'Airamba, dove aveva scritto il capitano esser la gente unita insieme con l'arme ad aspettargli nel cammino.
Pervenuti ad un villaggio, ritruovano molto argento fatto in tavole lunghe venti piedi. Seguendo il lor viaggio, hanno lettere dagli Spagnuoli del combattere sanguinoso e con lor danno fatto contro l'esercito degl'Indiani.
Quivi furono trovati duoi cavalli morti, onde si prese sospetto che al capitano fosse occorso qualche disgrazia. Però, entrati nella terra, per una lettera che venne prima che alloggiassero si seppe come il capitano aveva trovato quivi gente di guerra, e che per prender la montagna aveva salita una costa, dove aveva trovata gran quantità di pietre adunate, che fu segno voler quivi aspettare, e che andavano in traccia degl'Indiani, ch'avevano notizia non essere da loro molto lontani; e che i duoi cavalli erano morti per riscaldarsi e raffreddarsi.
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