Adorano il sole e gli hanno fatto molti tempii, e di tutte le cose che hanno, cosí robbe come maiz e d'altre cose, n'offeriscono al sole, di che poi si prevagliono le genti di guerra.
Della provincia di Collao, e della qualità e costumi de' suoi popoli, e delle ricche minere d'oro che quivi si ritruovano.
I duo cristiani che furono mandati a vedere la provincia di Collao tardarono 40 giorni nel lor viaggio; doppo ritornati alla città del Cusco, dove stava il governatore, gli dierono nuova e relazione di tutto quel che avevan inteso e veduto, che è questa che qui di sotto si dichiararà. Il paese di Collao è lontano e appartato molto dal mare, tanto che le genti native che abitano non hanno notizia d'esso; è paese molto alto e mediocremente piano, e con tutto ciò è fuor di modo freddo. Non v'è in esso selva né legna d'abbrucciare, e quella che perciò usa ha in baratto di mercanzia con quelli che abitano vicino al mare, chiamati Ingri, e che abitano anco al basso presso le fiumane, dove è paese caldo, che questi hanno legna; e si baratta con pecore e altro bestiame e legumi, perché nel resto il paese è sterile, che tutti con radice d'erbe e erbe, maiz e qualche poca carne si sostentano: non perché in quella provincia di Collao non sia buona quantità di pecore, ma perché la gente è tanto soggetta al signore a chi deve prestare obedienza che, senza sua licenza, o del principale o governatore che per suo comandamento sta nelle terre, non n'uccide, posto che ancora i signori e caciqui non ardiscano ammazzare né mangiare niuna, se non è con tal licenza.
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