Or in quanto a quella nave V.S. reverendissima ne è già bene informata; intenda al presente questa altra navigazione sommariamente, e poiché l'avrà intesa giudichi se è cosa di maggior stima e da prenderne maggior maraviglia che di quella. Posto che io non sia per raccontarne ora molte particolarità, non avendo tempo di dirne appieno quello che ho scritto in 24 fogli nella continuazione dell'istoria generale di queste Indie: perciò dirò in somma qualche parte di quello che piú importa di questo discoprimento.
Il capitan Gonzalo Pizarro, fratello del marchese don Francesco Pizarro, governator del Perú, partí della provincia di Guito con 200 e 30 Spagnuoli tra da piedi e da cavallo a cercare della cannella: la quale non è come quella che si porta dall'isola de Brunei, che è nelle Moluche, ma, ancorché nella forma sia differente, pure quanto al sapore è cosí buona e migliore della prima, che conosciamo e che si usa in Europa, e che V.S. reverendissima può veder ogni ora. Quella è simile alle canne; quest'altra è in certi alberi grandi e belli, i frutti de' quali sono alcune pallotte grosse e maggiori che quelle de' roveri, e quella corteccia nella quale sta la pallotta è la cannella, e le foglie tutte dell'albero sono assai buona cannella, ma la pallotta o frutto non è buono. La scorza dell'albero non è di cosí perfetto sapore come quella corteccia o vaso che tiene la pallotta e come le foglie, ma non è del tutto trista, anzi in alcuni luoghi sarebbe di qualche stima. Certe di queste corteccie che sono cannella furono di mano in mano da alcuni Indiani portate a Guito e ad altri luoghi del polo antartico, per donde vanno gli Spagnuoli, ed era molto desiderata.
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