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      E alli 20 febraro fummo assaliti da una fortuna tanto aspra e orribile quanto mai alcun altro navigante passasse, dalla quale con il divino aiuto e bontà della nave, accompagnata con la felicità del suo nome, fummo liberi: e, il mare abbonacciato, con prospero vento seguimmo la nostra navigazione verso ponente, pigliando alquanto del settentrione. E in altri giorni 25 scorremmo piú oltra leghe 400, dove scoprimmo una terra nuova, non piú dagli antichi né da' moderni vista, e a prima vista dimostravasi alquanto bassa; ma, approssimandosi poi ad un quarto di lega, conoscemmo quella, per li grandissimi fuochi che al lito del mare facevano, esser abitata, e vedemmo che correva verso mezzodí. Cercando in lei ritrovar porto per poter sorgere, a fine d'aver di lei cognizione, per cinquanta leghe navigammo in vano; e visto che di continuo correva verso mezodí, deliberammo ritornar adietro verso tramontana, dove nella medesima difficoltà ci ritrovammo. Al fine, del trovar il porto disperati, sorgemmo nella costa, e mandando il battello a terra vedemmo molte genti, quali venivano al lito del mare, e vedendoci approssimare fuggivano, e alcune volte fermandosi si voltavano adietro e con grande ammirazione ci riguardavano. Li quali poi essendo con cenni da noi assicurati, alcuni di loro s'accostarono al mare, mostrando nel vederci non poca allegrezza, e maravigliandosi de' nostri abiti, effigie e bianchezza: con varii segni ci dimostravano dove col battello dovessimo piú commodamente arrivare a terra, offerendoci ancora delle lor cose da mangiare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486