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      Ed ecco in un instante, come suole avenire nel navigare, movendosi dal mare un impeto contrario di vento, fummo forzati tornar alla nave, lasciando la detta terra con molto nostro dispiacere, per la commodità e vaghezza di quella, qual pensiamo non sia senza qualche ricchezza, mostrandosi tutti i colli di quella alla vista minerali.
      Levata l'ancora navigammo verso levante, che cosí la terra tornava, e cosí leghe cinquanta sempre a vista di quella discoprimmo un'isola in forma triangulare, lontana dal continente leghe dieci, di grandezza simile all'isola di Rodi, piena di colli, coperta d'arbori, molto popolata, perché si vedevano continui fuochi per tutto intorno al lito. Battezzammola in nome della vostra serenissima madre, non sorgendo a quella per la contrarietà del tempo, e pervenimmo ad un'altra terra, distante dall'isola leghe quindeci, dove trovammo un bellissimo porto. Entrati in quello, vedemmo circa XX barchette di gente, che con varii gridi e maraviglie venivano intorno alla nave: non approssimandosi a piú di cinquanta passi, fermavansi guardando l'artificio, la nostra effigie e gli abiti; dapoi tutti insieme mettevano un alto grido, significando rallegrarsi. Assicuratigli alquanto, imitando li lor gesti, tanto s'approssimarono che gettammo loro alcuni sonagli e specchi e molte fantasie, le quali prese con riso, riguardandole, sicuramente entrarono nella nave. Erano fra queste genti duoi re di tanto bella statura e forma quanto narrar sia possibile, il primo d'anni 40 in circa, l'altro giovane d'anni venti, l'abito de' quali era di questa maniera: il piú vecchio sopra il corpo nudo aveva una pelle di cervo lavorata artificiosamente alla damaschina con varii ricami, la testa nuda con li capelli avolti adrieto con varie legature, al collo una catena larga, ornata di molte pietre di diversi colori; il giovane era quasi nella medesima forma.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Rodi