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      Nel mezzo di detta bocca si trova uno scoglio di viva pietra, dalla natura prodotto, atto a fabricarvi qualsivoglia fortezza per custodia di quello.
      Il giorno quinto di maggio, essendo d'ogni nostro bisogno provisti, partimmo dal detto porto continuando il lito, non perdendo mai la vista di terra, e navigammo leghe 150, trovandola sempre d'una medesima natura, ma alquanto piú alta, con alcune montagne che tutte si mostravano minerali. Non ci curammo a quella fermarci, per la prosperità del tempo che ne serviva, ma ben pensiamo ch'ella fusse all'altre conforme. Correva il lito a levante per spazio di leghe 50. Tenendo poi verso tramontana, trovammo un'altra terra alta, piena di foltissime selve, gli alberi delle quali erano abeti, cipressi e simili, che si generano in regioni fredde. Le genti tutte sono difformi dall'altre, e quanto i passati erano d'apparenza gentili, tanto questi erano di rozzezza e vizii pieni, e tanto barbari che mai non potemmo, con quanti segnali li facemmo, aver con loro commerzio alcuno. Vestono di pelli di orso e lupi cervieri e marini e d'altri animali. Il vivere loro, per quello potemmo conoscere, andando piú volte dove avevano le loro abitazioni, stimammo essere di cacciagioni e pescagioni, e d'alcuni frutti che sono specie di radici, quali la terra produce per se medesima: non hanno legumi, né vedemmo segno alcuno di coltura, e meno la terra per la sterilità sarebbe atta a produrre frutto o seme alcuno. Se da quelli alcuna volta permutando volevamo delle lor cose, venivano sopra alcune pietre al lito del mare, dove piú rompeva, e, stando noi nel battello, con una corda ci mandavano quello che ci volevano dare, continuamente gridando che alla terra non ci approssimassimo, dimandando subito il cambio all'incontro, non pigliando se non coltelli, ami da pescare e metallo tagliente, né stimavano gentilezza alcuna; e quando non avevamo piú che permutare, da loro partendo, gli uomini ne facevano tutti quegli atti di dispregio e vergogna che può far ogni inumana e discortese creatura.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486