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      Noi v'andammo, e trovammo che v'era un canale di mare che entrava in detto lago, e mettemmo le dette nostre barche ad una delle rive di detto canale. Li salvatichi vennero a noi con una delle lor barche, e ci portorono pezzi di lupi marini cotti, li quali misero sopra legni, e poscia si ritirarono, significandoci che ce li donavano. Noi mandammo due uomini in terra con manarette, coltelli, corone e altra mercanzia, della qual cosa molto s'allegrorono, e subito vennero in frotta alla riva dove eravamo con le lor barche, portando pelli e altre cose che avevano per aver delle nostre mercanzie. Ed erano piú di trecento fra uomini e donne e putti, e parte delle donne, che non passarono, vedevamo che stavano fino alle ginocchia nel mare, ballando e cantando; l'altre, ch'avevano passato dove noi eravamo, venivano domesticamente da noi, fregandoci le braccia con le lor proprie mani, e dipoi l'alzavano verso il cielo, ballando e facendo parecchi segni d'allegrezza. E talmente s'assicurorono con noi, che alla fin trafficammo di mano in mano di tutto quello che aveano, di modo che non gli rimase altro che i corpi nudi, percioché ne dettero tutto quello che aveano, che fu cosa di poca valuta. Noi conoscemmo che queste genti facilmente si convertirebbono alla nostra fede. Vanno d'un luogo all'altro, vivendo col pigliar de' pesci, al tempo che lasciano di pescare per sua munizione. La loro terra è piú calda che non è il paese di Spagna, e la piú bella che possibil sia di vedere, tutta eguale e conforme; né v'è luogo cosí picciolo dove non sia arbori (ancorché siano sabbioni) e che non sia pieno di formento salvatico, ch'ha la spiga come segala, il grano come vena, e di piselli tanto folti come se vi fussero stati seminati e coltivati, uva crespina bianca e rossa, fraghe morette, rose rosse e bianche e altri fiori di soave e grande odore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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