Il dí seguente ci partimmo con le navi per menarle in detto luogo di Santa Croce, e v'arrivammo alli quattordici del detto mese, e ne vennero incontro li detti Donnacona, Taignoagny e Domagaya con venticinque barche piene di quelle genti, quali venivano dal luogo d'onde eravamo partiti e se n'andavano a Stadacona, dove è la loro stanza. E tutti quanti vennero alle nostre navi facendo e mostrando parecchi segni di gioia e allegrezza, eccetto li nostri duoi ch'avevamo menati con noi, cioè Taignoagny e Domagaia, i quali parevano mutati di pensiero e animo, né piú volevano in modo alcuno intrar nelle nostre navi, non obstante che fossero molte volte pregati: per il che incominciammo a dubitar di loro né piú fidarsi. Il capitano gli domandò se volevano secondo che gli avevano promesso d'andar con lui ad Hochelaga, ed essi risposero de sí, e che ciò avevano deliberato, cioè d'andarvi, e allora ciascuno si ritirò.
Il dí seguente, che fu alli quindeci, il detto capitano andò a terra per far piantar pali e marche, per piú sicuramente metter le navi a salvamento. Ed ecco che quivi vennero incontra molti di quel paese, tra i quali v'era il detto Donnacona e i nostri duoi uomini con la lor compagnia, i quali si tennero da parte sotto una punta di terra, qual è sopra la riva d'un fiume, senza che alcun di loro venisse a noi, sí come facevano gli altri che non erano dalla lor banda. Ma il capitano, intendendo che v'erano, comandò a parte della sua gente che lo seguitassero, e andossene verso di loro sotto detta punta, dove ritrovò li detti Donnacona, Taignoagny, Domagaia con parecchi altri.
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