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      E dapoi salutatisi insieme, Taignoagny si fece innanzi per parlar col capitano, dicendo che detto signor Dannacona si ramaricava percioché esso capitano con li suoi portassero arme da guerra, percioché dal canto loro nessuno ne portava: al che rispose il capitano che, quantunque dispiacesse loro, non lascierebbe però di portarle, e che quella era l'usanza di Francia, sí come egli sapeva. Ma nondimeno, con tutte queste parole, non restarono detto capitano e Donnacona di parlar insieme l'un con l'altro lietamente e farsi grata accoglienza. Allora ci accorgemmo che quanto aveva detto Taignoagny non procedeva da altri che da lui e dal suo compagno, percioché, avanti che si partissero di detto luogo, detto capitano e Donnacona fecero una securità e amicizia di maravigliosa sorte: del che tutto il popolo di detto signor Donnacona ad un tratto gettò e fece tre gridi grandi a piena voce, che fu cosa orribile ad udire. E, presa licenzia l'una parte dall'altra, noi ci ritirammo a riva per quel giorno.
      Il dí seguente del detto mese noi mettemmo le due piú grandi navi dentro detto fiume e porto, dove, essendo l'acque alte, v'è fondo di tre braccia, e quando sono basse di mezzo braccio; il galione lasciammo fuora del sorgitore per menarlo ad Hochelaga. Subito che dette navi furono dentro il porto e in sicurtà, ecco che vedemmo Donnacona, Taignoagny e Domagaia con piú di cinquecento fra uomini, donne e fanciulli piccolini: ed entrò dentro le navi detto signore con dieci o dodeci de' piú grandi personaggi del paese, i quali furono tutti cortesemente accarezzati dal capitano e da tutti li suoi, e furonli dati certi presenti piccioli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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