Passate poi dette sbarre, trovammo quattro o cinque braccia, ed era il tempo delle piú basse acque dell'anno, secondo che conoscemmo per il flusso di dette acque, le quali crescono piú di tre braccia d'altezza. Tutti questi rami circondano cinque o sei belle isole, le quali fanno il capo di detto lago, poscia si riuniscono tutti in uno da 15 leghe di sopra. Questo giorno andammo ad una di quelle, e trovammo cinque uomini che pigliavano delle bestie salvatiche, quali vennero alle nostre barche cosí domesticamente e senza paura alcuna, come se avessero fatta tutta quanta la lor vita con noi: sí che, essendo le nostre barche presso alla riva, uno di loro tolse il nostro capitano nelle braccia e portollo a terra, cosí leggiermente come se stato fosse un puttino di cinque anni, tanto era costui grande e robusto. Noi trovammo che avevano un gran fascio di sorzi salvatichi, che vivono nell'acqua e sono grandi come conigli e buonissimi da mangiare, de' quali fecero un presente al capitano; ed egli dette loro de' coltelli e corone in ricompensa. Noi li domandammo con cenni se quella era la strada d'Hochelaga, ed essi risposero di sí, e che era distante ancora tre giornate ad arrivarli.
Come il capitano fece acconciar le barche per andar ad Hochelaga e lasciar il galion per la difficultà del passaggio, e come noi v'arrivammo, e dell'accoglienza che ne fece il popolo alla venuta nostra.
Il dí seguente, vedendo il capitano che non era possibile che per allora il galion passasse piú oltre, fece acconciar le barche e mettervi dentro tanta munizione e vettovaglie quanta eran capaci di portare, e partissi con quelle accompagnato da gentiluomini, cioè Claudio del Ponte Briant, coppiere di monsignor dolfino, Carolo della Pommeraye, Giovanni Gouion, Giovanni Poullet con ventiotto marinai, e Mace Iallobert e Guiglielmo il Breton, i quali avevano il carico delle due altre navi sotto il capitan, per andar all'insú di detto fiume piú che fosse possibile.
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