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      E poi, per far la cosa verisimile, faceva batter e far romori con bastoni e pietre a' detti ammalati dentro delle navi, fingendo calefattare. E allora eravamo tanto oppressi da detta malattia ch'avevamo quasi persa la speranza di mai piú ritornare in Francia, se Iddio per la sua infinita bontà e misericordia non ci avesse risguardati con l'occhio di pietà, e datone conoscenza d'un remedio singulare e piú eccellente contra ogni malattia che mai fosse visto né trovato sopra la terra, sí come diremo nel seguente capitolo.
     
     
      Lo spazio di tempo che siamo stati nel porto e luogo di Santa Croce dentro la neve e il ghiaccio, e il numero de' morti dal principio di questa malattia sino a mezzo marzo.
     
      Da mezzo novembre sino a mezzo aprile siamo stati di continuo serrati nel ghiaccio, alto e spesso piú di due braccia, e sopra la terra la neve era alta quattro piedi e piú, di sorte che era piú alta che le bande delle nostre navi; la qual neve e ghiaccio durorono sino al detto tempo, di maniera che le nostre bevande erano tutte quante agghiacciate dentro le botte, e per dentro delle navi era il ghiaccio piú di quattro deta di grossezza, tanto di sopra quanto di sotto, attorno le tavole delle navi: ed era tutto detto fiume, quanto comprende l'acqua dolce, agghiacciato sino a detta Hochelaga. Nel qual spazio di tempo passorono di questa vita venticinque persone, de' principali e migliori compagni che avessimo, e allora ve n'erano piú di cinquanta de' quali non s'aveva speranza che dovessero scampare, e il resto tutti ammalati, eccetto che tre o quattro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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