Il re di Cochin è re gentile e molto amico e fedele al re di Portogallo e alli cittadini portoghesi, che abitano e sono maritati in Cochin de' Portoghesi, e con questo nome di Portoghesi chiamano in India tutti i Cristiani che vengono di Ponente, siano o Italiani, o Francesi, o Allemani. E tutti quelli che si maritano in Cochin si acquistano un'entrata secondo le facende che fanno, per li gran privilegi ch'hanno i cittadini di quella cittade; percioché delle due principali mercanzie che si contrattano in quel luogo, che sono le molte sete che vengono della China e i molti zuccari che vengono di Benagala, non pagano i cittadini in quella città maritati dazio alcuno, dell'altre sorti di mercanzie pagano quattro per cento al re di Cochin con ogni lor commodità; quelli che non vi sono maritati e i forestieri pagano in Cochin al re di Portogallo otto per cento d'ogni mercanzia. Mi ritrovai in Cochin in tempo che 'l viceré travagliò assai per rompere i privilegi ai detti cittadini e per farli pagare come pagano gli altri, e proprio in quel tempo si pesavano dí e notte i peveri per caricare le navi portoghese; e il re di Cochin, avisato di questa cosa, fece subito restar di pesare il pevere, onde in un tratto furono licenziate le mercanzie, né piú si parlò di fargli questo torto.
Il re di Cochin non è molto potente rispetto agli altri re delle Indie, né mette in campagna piú di sessantamila uomini da guerra. Ha uno gran numero d'amochi, che sono gli suoi gentiluomini, chiamati anche Nairi, li quali non apprezzano punto la vita, ove va il servizio o l'onore del suo re, anzi l'espongono ad ogni pericolo, quando fossero eziandio certi di morire.
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