Finita la pescaria, e visto se è buona ricolta o cattiva, vi sono certi uomini periti, che si chiamano chitini, li quali metteno il prezzo alle perle secondo la lor carrata, facendone quattro cernide con alcuni crivelli di rame. Le prime sono le tonde e si chiamano l'aia de' Portoghesi, perché i Portoghesi le comprano; le seconde, che non sono tonde, si chiamano l'aia di Bengala; la terza sorte, che sono manco buone, chiamano l'aia di Canara, cioè del regno di Bezeneger; la quarta e ultima sorte, che sono piú triste e piú minute, si chiama l'aia di Cambaia. Messo il prezzo, vi sono tanti mercadanti di diverse parti che con dinari stanno aspettando, che in pochi giorni ogni cosa si compra a prezzo aperto, secondo la carrata di dette perle.
In questo mare della pescaria delle perle è una isoletta chiamata Manar, abitata da' Cristiani del paese, che prima erano gentili, con una picciola fortezza de' Portoghesi, situata all'incontro dell'isola di Seilan; tra le quali passa un canale non troppo largo e con poco fondo, per il qual non si può navigare, se non con vascelli picciolli, e col crescente dell'acqua nel voltar della luna overo nel tondo. E con tutto ciò bisogna anche scaricar detti vascelli in barchette, e passare alcune secche voti e poi tornare a caricare: e questo fanno li navilii che vanno in India; ma quelli che vanno d'India verso levante per la costa di Chiaramandel passano dall'altra banda per le basse di Chilao, che sono tra l'isola di Manar e terra ferma. E andando d'India per la costa di Chiaramandel, si perdeno alcuni navilii, ma voti, percioché si scarcano ad una isola detta Peripatan e mettonsi le mercanzie in barchette picciole, chiamate tane, che sono piane di fondo e pescano poco, e però possono passare sopra ogni secca senza pericolo di perdersi.
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