Va eziandio ogn'anno per l'istesso capitano un navilio in Asion, a caricare di verzino. Tutti questi sono i viaggi del capitano della fortezza di Malacca, e quando non li vuol fare, vende la sua giurisdizione a qualcun altro.
Sion.
Fu già Sion una grandissima città e sedia d'imperio, ma l'anno MDLXVII fu presa dal re del Pegu, qual caminando per terra quattro mesi di viaggio, con un esercito d'un million e quattrocentomila uomini da guerra, la venne ad assediare; e prima che la pigliasse vi tenne ventiun mese l'assedio, con gran perdita delle sue genti. E lo so io percioché mi ritrovai in Pegu sei mesi dopo la sua partita, e vidi che li mandarono cinquecentomila uomini per supplimento di quelli che gli erano mancati; e con tutto questo, se non vi fosse stato tradimento, non l'avrebbe presa. Una notte li fu aperta una porta della città, per la quale con grande empito entrato, se ne fece patrone, e l'imperator di Sion, quando si vide essere stato tradito e che 'l nemico era nella città, col veneno si uccise; i cui figliuoli e le donne e altri signori, che non furono in quel primo empito uccisi, furono menati schiavi nel Pegu; ove io mi ritrovai quando il re vincitore con trionfo fece l'entrata, e tra l'altre gran pompe bella cosa da vedere furono la gran squadra degli elefanti, carichi d'oro, d'argento, di gioie, e di signori prigioni.
Ritornando al mio viaggio, io mi parti' da Malacca sopra una nave grossa ch'andava a San Tomé, città posta su la costa di Chiaramandel; e perché il capitano della fortezza di Malacca per aviso avuto stava in aspettazione di guerra, e che li venisse sopra il re d'Assi con grossa armata, non voleva dar licenza che questa nave partisse; onde si partissemo di notte senza far acquata, e vi erano su detta nave quattrocento e piú persone, con intenzione d'andare ad una certa isola a far acqua.
| |
Asion Malacca Sion Pegu Pegu Sion Pegu Malacca San Tomé Chiaramandel Malacca Assi
|