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      Ma il vento non ne lassò pigliar detta isola, di modo ch'andassemo settantaquattro giorni persi per mare, e fossemo a scoprir terra oltra San Tomé piú di cinquecento miglia, ch'erano le montagne del Zergelin, appresso il regno d'Orisa. E cosí fossemo a Orisa con assai morti di sete e molti amalati, che fra pochi giorni morirono, e io per un anno ebbi sempre la gola tanto arsa che non mi poteva saziar di bevere acqua: io credo che ne fossero cagione le suppe fatte in oglio e aceto, con le quale molti giorni mi sostentai. Biscotto non ne mancava, né anche vino, ma sono vini tanto gagliardi che senza acqua uccidono la gente, né si può continuare il beverli. Quando si cominciò a patir d'acqua, vidi alcuni officiali mori che ne venderono ad un ducato la scudella ben picciola; dipoi ho visto che uno volse dar un bar di pevere, che sono dui quintali e mezzo, per una mezaruola d'acqua, e non gliela volse dare. Credo certo che ancor io sarei morto, insieme con un mio schiavo solo ch'avevo in quel tempo, qual mi era molto caro; ma quando previddi il pericolo che si era per scorrere, vendei il schiavo per la mettà meno di quello che valeva, per avanzar per me quello ch'egli bevuto avrebbe.
     
     
      Orisa, e fiume Gange.
     
      Orisa fu già un regno molto bello e sicuro, per il quale caminare si poteva con l'oro in mano senza pericolo alcuno, sina che regnò il suo re legitimo, qual era gentile, e stava sei giornate infra terra nella città di Catheca. Amava questo re grandemente i forestieri e i mercadanti, che entravano e uscivano del suo regno con le lor mercanzie senza pagar né dazii, né alcuna altra sorte di gravezze: solo le navi secondo la lor portata pagavano una certa poca cosa; e ogni anno nel porto d'Orisa si carcavano venticinque e trenta navi tra grosse e picciole, di risi, di diversi panni bianchi di bombaso, fini d'ogni sorte, oglio di zerzelin, qual si fa d'una semenza ed è assai buono cotto e da frigere, assai butiro, lacca, pevere longo, zenzari, mirabolani secchi e in conserva, assai panni di erba, qual è una seta che nasce ne' boschi senza fatica alcuna degli uomini: solo quando le boccole sono fatte, e sono grosse come ogni grossa naranza, hanno pensiero d'andare a raccoglierle.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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