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      Volse il Signor Iddio ch'un marinaro aveva portato un poco di risi, da barattare in qualche cosa, quali non erano tanti che tre o quattro persone non gli avessero mangiati in un pasto. Io con licenza di tutti presi il dominio de' risi, promettendogli che, con l'aiuto di Dio, quei risi ne sariano un intertenimento sina che la sua bontà n'averia fatto grazia di ritrovar qualche luogo abitato, e la notte io dormivo con essi in seno, accioché non mi fossero rubati. Andassemo nove giorni cosí persi scorrendo la costa senza trovar altro che paese disabitato e isole diserte, che se avessemo trovato erba ne saria parsa un zuccaro, ma non trovammo se non alcune foglie d'arbori grosse e tanto dure che non si potevano masticare. Avevamo abbondanza d'acqua sola e di legne, né potevamo far viaggio se non col crescente dell'acqua, e quando l'acqua callava si fermavamo al lito di qualcuna di quelle isole. Trovassemo solo in questi nove giorni una covata d'ova di tartaruga, che furono cento e quarantaquattro, li quali ne furono di grande aiuto: sono grandi come ova di gallina, né hanno altro scorzo che una tenera pelle; e ogni giorno facevamo un caldarone di brodo con un pugno di risi. Piacque a Dio ch'in capo al giorno nono scoprissemo su le ventidue ore alcune peschiere, e indi a poco alcune barchette, che per esse andavano. Non credo che fosse mai piú stata altratanta allegrezza in alcun di noi, percioché eravamo ormai tanto afflitti che appena si potevamo regger in piedi, e alla regola sina allora osservata avevamo ancora risi per quattro giorni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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