Fa egli tenere questi elefanti bianchi con servitú e politezza grandissima, cadaun dei quali sta in una casa indorata, e se gli da da mangiare in vasi d'argento e d'oro; ve n'è uno negro che, per essere il piú grande che mai sia stato visto, è tenuto con commodità simile, e veramente è tanto grande e tanto grosso ch'è una meraviglia, e la sua altezza è di nove cubiti. Si dice che questo re ha quattromila elefanti da guerra, cioè armati de' denti, in cima a dui delli quali li mettono dui spontoni di ferro, imbroccati e con annelli che li tengono fermi, percioché con i denti questi animali fanno la guerra; ne ha poi assai di gioveni, che non hanno ancora fatti i denti.
Ha questo re la piú bella caccia da pigliar gli elefanti salvatichi che al mondo sia. Dui miglia lontano dalla città nuova ha fabricato un palazzo bellissimo tutto indorato, con una bella corte dentro e intorno ad essa molti corritori, nei quali può star infinita gente a veder la caccia. Quivi appresso sono grandi e foltissimi boschi, per i quali vanno di continuo i cacciatori del re a cavallo d'elefante femine ammaestrate in questo negozio, e ogni cacciatore ne mena cinque o sei, e si dice che gli ongono la natura con certa composizione, ch'annasata che l'hanno gli elefanti salvatichi la seguitano, né posson piú lassarla. Quando i cacciatori hanno a questo modo adescato qualche elefante, s'aviano verso il detto palazzo, qual chiamano il Tambel e ha una porta che con ingeno s'apre e si serra, dinanzi alla quale è una strada lunga e dritta con arbori da una banda e dall'altra, che coprono la strada a guisa di pergola in volto scura, affine che l'elefante salvatico entrando in questa strada si creda esser nel bosco; in capo a questa strada è un campo grande.
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Tambel
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