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      Si consuma in queste istesse varelle anco gran quantità di oro di foglia, perché gli indorano a tutte la cima, e vi sono alcune che sono indorate dalla cima sino al fondo; in che vi va gran quantità d'oro, percioché ogni dieci anni bisogna indorarle di nuovo, per rispetto che le pioggie lo consumano, e se tanto in questa vanità non se ne consumasse, saria l'oro nel Pegu in assai miglior mercato.
      Maraviglia parerà a sentire che nel comprare le gioie nel Pegu cosí spende bene i suoi dinari uno che non ha cognizione alcuna di gioie, come qualunque esercitato e prattico in questo negocio, e pur è cosí, per il modo che hanno trovato i venditori di venderle con piú reputazione e piú care; percioché, se non comprassero gioie nel Pegu se non quelli che se n'intendono, saria poco il numero de' compratori e nel Pegu non saperiano che fare de' tanti rubini che in quel regno si cavano, e gli bisogneria darli per prezzo vilissimo; il qual modo è questo. Sono nella città di Pegu quattro botteghe di sensari gioielieri, uomini di gran credito, che si chiamano tareghe; per le man di questi quattro passano quasi tutti i rubini che si comprano e si vendono, e nelle lor botteghe si riducono sempre i compratori e i venditori; e quelli mercadanti che non s'intendono di gioie trovano uno di questi tareghe e li dicono che hanno tanti danari da investire in rubini, e che se esso li farà far buona spesa, che compraranno, quando che no, che lasciaranno star di comprare. È costume in questa città generalmente che, quando si ha comprato una quantità di rubini, il compratore fatto l'accordo se gli porta a casa, e sia di che valuta esser si voglia, e li vede e rivede due o tre giorni, e non se n'intendono, sono sempre nella città molti mercanti che se n'intendono, co' quali si può consigliare e mostrarglieli; e trovando di non aver fatto buona spesa, li può ritornare al tarega che glieli ha fatto torre senza perdita alcuna, la qual cosa è di tanta vergogna al tarega che ha fatto quel mercato, che vorrebbe che li fusse piú tosto dato uno schiaffo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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