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      E però s'affaticano sempre questi tarega di far fare buona spesa, massime a quelli che non se n'intendono, né lo fanno tanto per bontà, quanto per non perdere il credito. Quando poi compra alcuno che facci professione d'averne cognizione, essi non hanno colpa alcuna se comprano caro, anzi nel trattare il mercato favoriscono quanto piú possono i suoi che vendono; ma però è buona cosa l'intendersene. Bello eziandio è il modo che si tiene in far mercato delle gioie, percioché saranno assai mercadanti a veder far un mercato di centenara e migliara di bizze, né alcun d'essi può saper il prezzo che si promette e domanda e che al fin si conclude se non quello che vende, quello che compra e il tarega, percioché si fanno i mercati con toccarsi i deta delle mani ascose sotto un panno, avendo ogni deto e ogni groppo di ogni deto il significato di qualche numero; percioché, se i mercati si facessero a parole che tutti intendessero, nasceriano assai contrasti e disturbi.
      Or ritrovandomi io in Pegu il mese d'agosto del 1569 e trovandomi aver fatto un buon guadagno, mi venne un desiderio grande di ritornare alla patria, e volendo far la strada di San Tomé, bisognava ch'io aspettasse sina al marzo seguente; onde fui consigliato e mi risolsi di far la strada di Bengala, con la nave che presto era per andare a quel viaggio, la qual parte da Pegu per Bengala a Chitigan, il gran porto di dove vanno poi i navilii piccioli a Cochin prima che la flotta si parta per Portogallo, per la qual strada avevo fatto deliberazione di venire a Venezia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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