Ma, se vi trova l'oro, questo è segnale che il Portoghese non si contenta, e s'al Cafero pare d'avergli dato poco, vi aggiunge tanto oro quanto disegna di voler finalmente spendere; né bisogna ch'i Portughesi stiano duri, perché i Caferi, quando li par di pagar il dovere e che i Portoghesi non se ne contentano, si sdegnano, si ripigliano l'oro, né vogliono piú contrattare, percioché ancor essi sono inviziati, essendo molti anni che a questo modo negoziano. E con questo trafico permutano in quel luogo i Portoghesi tutta la lor mercanzia in oro, e ritornano con esso a Mozembich, qual è un'isola poco distante da terra ferma della Caferaria, su la costa d'Etiopia, tra Portogallo e l'India: è distante dall'India duamila e ottocento miglia.
Ora seguendo di raccontare il mio viaggio, trovai in Ormus messer Francesco Beretin da Venezia e nolizassemo di compagnia un navilietto per Basora per settanta ducati, sul qual levassemo alcuni mercadanti che n'aiutarono a pagar il nolo; e molto commodamente a Basora arrivassemo, dove si fermassemo quaranta giorni aspettando che si facesse caravana di barche per Babilonia, percioché non vanno due o tre barche su per il fiume, ma bisogna che siano venti, venticinque e trenta; percioché, non si potendo di notte andare inanzi, bisogna legarsi alle rive e ivi farsi buona e grossa guardia ed esser ben provisti d'arme, per rispetto dei ladri che vengono per spogliare i mercadanti. Partendosi da Basora si va in su qualche poco a velo, ma per il piú bisogna tirar l'alzana, sul qual viaggio sino a Babilonia stessemo cinquanta giorni; ove bisognò fermarsi quattro mesi, sino che si fece caravana da passar il deserto per Aleppo.
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