Invero abbiamo conosciuto che ci ha dato grande impedimento e contrasto alla nostra navigazione la quantità grande di ghiaccio che trovammo intorno alla Nuova Zembla, sotto l'elevazione di gradi settantatre, settantaquatro, settantacinque, settantasei, che però non era sí grande nel mare istesso tra l'una terra e l'altra; onde si comprenderanno che non la vicinità del polo artico, ma del gran ghiaccio che va fluttuando e rifluttando nel mar di Tartaria inverso la Nuova Zembla ci apportò quel gran freddo che patimmo. Non ci avendo adunque la vicinità del polo quello apportato, se avessimo potuto seguire il nostro viaggio, che dal ghiaccio non fussimo stati impediti, forse avremmo verso l'aquilone ritrovato qualche passo. Ma qual costituzione di cielo fusse intorno questa Nuova Zembla non lo potemmo sapere fin che non lo provammo, e quando con l'esperienza lo conoscemmo, non ci fu poi piú rimedio di cangiar camino; nientedimeno non si può sapere che cosa ci poteva incontrare se volgevamo il corso verso greco, poi che niuno ancora ha tentata questa navigazione.
È cosa certa che in quella regione che ha il polo elevato ottanta gradi, che noi giudichiamo che sia la Groenlandia, vi regnano e crescono erbe e frondi, delle quali si pascono diversi animali selvaggi, come rangiferi, cervi e altri simili; e per il contrario nella Nuova Zembla non nascono né erbe né frondi, ove anco non si trovano animali di sorte alcuna fuori che fiere che vivono di carne, come sono orsi e volpi, benché essa Nuova Zembla si scosti dal polo verso l'ostro piú della già detta regione quattro, cinque e sei gradi.
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