Alli 7 d'agosto, spirando ostro, facemmo vela dietro la riviera della terra verso siroco e 4° levante siroco, e trovando poco ghiaccio giungemmo al promontorio di Consolazione, al quale già un pezzo avevamo aspirato. Verso sera, spirando vento da levante e levatasi una nebbia, fu forza fermar la nave ad un pezzo di ghiaccio, il quale andava sott'acqua quasi 36 braccia e avanzava di sopra quasi 16, cioè ch'era grosso 52 braccia, percioché toccava il fondo dove era l'acqua d'altezza di 36 braccia.
8 del detto la mattina spirava ancora levante e la nebbia stava ferma.
9 del medesimo, stando noi accosto a quel gran pezzo di ghiaccio, cominciò a nevigar una neve foltissima, ed era il cielo nuvoloso, sendo il sole circa l'ostro. E passeggiavamo sopra la coperta o tavolati, sí come eravamo soliti a far le sentinelle, e 'l nocchiero ancor egli caminando sentí uno animale a rispirare, e guardando fuori vide un grand'orso che giaceva appresso la nave: e gridando ad alta voce "l'orso, l'orso", tutti montamo di sopra la coperta o tavolato e vedemmo l'orso presso 'l nostro battello, che s'affaticava co' piedi dinanzi di montar in quello. Ma levato da noi un gran grido, impaurito nuotò lontano, ma subito ritornato s'ascose dietro quel gran pezzo di ghiaccio al qual eravamo attaccati, e montato sopra quello senza timore se ne veniva alla nostra volta per passar nella nave. Ma noi avevamo tesa la vela della barca sopra il zocco dell'ancora, dietro la quale stavamo nascosi con quattro archibugi, dalli quali ferito se ne fuggí via; ma per la folta neve che fioccava non potemmo osservare dove andasse, ma sospettavamo che si fusse posto a sedere sopra un certo tumulo, che molti n'erano sparsi su per quei pezzi di ghiaccio.
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Consolazione
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