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      Come, cinti un'altra volta dal ghiaccio, avendo mandato gli uomini fuori a spinger via esso ghiaccio, ne perdemmo quasi tre dopo mosso il ghiaccio da sua posta a scorrere, che se non s'appigliavano alle corde della nave erano portati giú del ghiaccio.
      Cap. V.
     
      26 d'agosto cominciò il vento a soffiar ad ogni verso, perciò disegnavamo di ritornare verso la punta del Desiderio e indi a casa, poiché per Weygats non potevamo passare; ma sendo pervenuti appresso il porto del Ghiaccio, cominciò il ghiaccio cosí ad ondeggiare che rimanemmo da quello cinti, benché gagliardamente ci affaticassimo per penetrare, ma ogni fatica fu gettata. E se il ghiaccio avesse tenuto il suo corso, avremmo quasi perduto tre uomini che stavano sul ghiaccio per farci strada, ma sendo noi portati adietro e tornando similmente adietro il ghiaccio sopra il quale erano li tre uomini ed essendo essi agili e presti di mano, passando presso la nave il ghiaccio, s'appigliarono uno alle corde ove sta attaccata la vela maggiore, l'altro alle corde dell'arbore, e il terzo ad una corda che pendeva della poppa: e cosí fortunatamente con tal destrezza e agilità con un salto poi vennero nella nave, onde resero molte grazie a Dio, percioché ognuno credeva piú tosto che dovessero esser portati dal ghiaccio, ma con l'aiuto di Dio e per la loro agilità uscirono di quel pericolo, il qual spettacolo a chi 'l vide parve formidabile.
      L'istesso giorno verso sera giungemmo al lato occidentale del porto del Ghiaccio, ove ci bisognò stare tutta la vernata fredissima in gran miseria, penuria e rincrescimento, e spirava allora vento da greco levante.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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