27 d'agosto il ghiaccio ondeggiando e fluttuando cinse del tutto la nave, ed essendo piacevol aura andammo nel continente, e sendo andati un pezzo inanzi, cominciò a spirar un siroco assai veemente, il qual con tanto impeto spinse il ghiaccio nella prora della nave che la levò quasi 4 piedi in alto, e la poppa stava come nel fondo, in modo tale che tenevamo per certo che ella fusse ispedita. Per il che quelli che erano nella nave, subito messa fuori la scala per salvar la vita, spiegando una bandiera al vento ci diedero segno che tornassimo alla nave. Noi, vedendo la bandiera volteggiar al vento e la nave cosí inalzata e torta, con quanta fretta potemmo maggiore a quella andammo, giudicando che ella fosse rotta; ma, giunti là, trovammo il tutto in miglior stato di quello che credevamo.
28 del detto, cedendo alquanto il ghiaccio, cominciò la nave a drizzarsi; ma avanti che si drizzasse Guglielmo di Bernardo e il vicario del governatore erano andati sotto la prora a vedere come stava la nave e quanto fusse alzata, ed essendo intorno a ciò occupati, appoggiandosi e co' ginochi e con li gomiti a misurare, levossi la nave con tanto strepito che si stimarono morti, non sapendo dove ritirarsi.
29 dell'istesso, ridotta la nave in stato commodo, facemmo un apparecchio grande di mazze e pali di ferro e altri stromenti per spezzar quei pezzi di ghiaccio ch'erano spinti un sopra l'altro, ma con fatica vana e senza speranza alcuna, sí che raccomandammo il tutto a Dio a da lui solo aspettavamo aiuto.
| |
Guglielmo Bernardo Dio
|