Come la nave fu alzata con la prora in alto dalli gran pezzi di ghiaccio, che venendo giú si cacciavano l'un sotto l'altro sotto essa nave, sí che la puppa stava quasi per fondo; e come Guglielmo e 'l suo vicario, che erano andati a misurare quanto era levata, nel tornar giú furono in gran pericolo, e come ancora in tal pericolo libarono alquanti vasselli di biscotto, tirandoli in terra col battello.
Cap. VI.
30 d'agosto cominciaron di nuovo i pezzi di ghiaccio a spingersi un sopra l'altro verso la nave, spirando terribilmente garbin ostro e cadendo una foltissima neve; per il che la nave del tutto si fermò e si caricò, onde tutto d'intorno a quella cominciò a crepare e la nave stessa a spezzarsi in cento parti, il che e a vedere e ad udire era spaventevole, in modo che ci si arricciavano li capelli. In tal pericolo fu la nave. Poi, sendo mandati sotto acqua quei fragmenti di ghiaccio che cosí di ogni intorno la stringevano, fu spinta in alto, sí che parve che fusse levata con qualche ordegno di ferro.
31 d'agosto, di nuovo scorrendo giú il ghiaccio con tanto impedito, fu levata la prora della nave in alto quattro o cinque piedi, e la poppa era cacciata in una fessura del ghiaccio, onde giudicavamo che cosí il timone dovesse esser salvo dall'impeto del ghiaccio che correva; ma correa con tanta furia che si spezzò e 'l timone e le bartovelle dove era attaccato, e se cosí la poppa come la prora fusse stata volta al corso del ghiaccio, sarebbe stata tutta la prora coperta o forsi sommersa, di che molto temevamo.
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Guglielmo
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