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      22 settembre splendeva il sole ed era sereno, ma molto freddo, spirando ponente.
      23 detto conducemmo due carri di legni per la fabrica, con tempo nuvoloso, ma queto, spirando levante e greco levante. In quel giorno morí il nostro marangone, la sera che tornavamo alla nave, il quale era da Purmerent.
      24 dell'istesso lo sepellimmo sotto arena e sparto marino, in una fissura d'un monte, presso il corrente d'un'acqua, percioché non potevamo cavar la terra per il gran ghiaccio e freddo. E quel giorno conducemmo due carri di legni co' nostri carri matti.
      25 detto si fe' nuvolo e soffiarono ponente, ponente garbino e garbino, e il mare anco si cominciò ad aprire e correr oltra il ghiaccio, ma non longo tempo, percioché, essendo corso per un tiro d'artiglieria, si fermò di nuovo nel fondo, attaccandosi in altezza di 3 braccia. Ma dove era fermata la nostra nave il ghiaccio non scorreva, perciò che era stretta a mezo il ghiaccio: che se fussimo stati in mare aperto avremmo fatto vela, benché il tempo fusse troppo tardo per navigare. In quel giorno accommodammo e squadrammo i travi per la nostra fabrica, la quale andava avanti; ma se la nostra nave fusse stata libera dal ghiaccio, lasciata la fabrica, avremmo riparata la parte di dietro della nave, acciò fussimo all'ordine per far vela se si avesse potuto per via alcuna, perciò che ci era troppo dura cosa il convenir passar quivi cosí la vernata, che ben sapevamo che sarebbe stata aspra sopra modo. Ma sendoci tolta ogni speranza ci bisognò fare, come si dice per volgar proverbio, di necessità virtú, e con pazienzia esporci ad aspettar quella riuscita che fusse stata in piacer di Dio di darci.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Purmerent Dio