Cap. VIII.
29 settembre la mattina spirava vento da ponente, e a mezzogiorno poi levante. Allora apparvero tre orsi tra la nave e l'edificio, cioè un vecchio con dui gioveni; nientedimeno non restammo di tirare quel che ci faceva bisogno alla fabrica, desiderando di farli voltare, ma ci venivano allo incontro, né volevamo loro cedere, ma mandato un grido ci sforzavamo di farli fuggire; ma vedendo che non mutavano passo, anzi che ci venivano al dritto, allora inalzato da noi e da quelli che erano su la fabrica un grido, cominciarono gli orsi a fuggire, di che niente si pentimmo.
30 del detto spirarono levante e siroco, e tutta quella notte sparsero una folta neve e tutto quel giorno ancora, sí che i nostri non poterono condur legni, talmente era ella folta. Accendemmo dinanzi all'edificio un gran fuoco per liberar la terra dal ghiaccio e per assettarla intorno all'edificio, accioché il freddo passasse dentro meno; ma fu vana la nostra fatica, percioché la terra era talmente rigida e tanto in giú congelata che non fu mai possibile disghiacciarla, e avrebbe bisognato consumar troppa legna: perciò si rimanemmo da tal impresa.
Ottobre 1596.
Il primo d'ottobre spirava vento da greco molto terribile la mattina, e a mezzogiorno tramontana con fortuna e neve grandissima, sí che con difficultà grande si poteva andar contra il vento, anzi a pena si poteva spirare, cosí ci era spinta la neve nella faccia, né si poteva vedere lontano quanto sono lunghe tre navi.
2 d'ottobre avanti mezzogiorno fu sole, ma dopo mezzogiorno di nuovo fu tempo tenebroso con neve, ma però con aere quieto, spirando prima tramontana e poi ostro.
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