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      Eretto l'edificio, gli ponemmo per l'insegna neve congelata in vece di frondi.
      3 del detto fu aere tranquillo e sereno, ma talmente freddo che a pena si poteva sopportare. Al mezzogiorno tirò vento da ponente portando tal rigore che, se fusse durato, sarebbe stato forza abbandonare il lavoro.
      4 dell'istesso fece vento da ponente e sul mezzogiorno tramontana gagliarda, spargendo una molto folta neve, la quale di nuovo impedí l'opera nostra. Allora portammo la nostra ancora con la corda sopra il ghiaccio, per star piú saldi, percioché eravamo distanti solamente un tiro d'arco dall'acqua libera dal ghiaccio, cosí era andato giú il ghiaccio.
      5 ottobre, spirando gagliardamente maestro fu scacciato del mare il ghiaccio, quanto si poté vedere, ma però la nostra nave non era meno stretta che prima e serrata anco sopra il ghiaccio per due e tre piedi; né potevamo veder altro, se non che ella era fino al fondo circondata e stretta dal ghiaccio per quattro braccia. L'istesso giorno rompemmo la parte dinanzi, nella quale sta l'arbore della nave, e con quelle tavole tessemmo l'edificio, in mezzo un poco piú alto, per dar la discesa all'acqua: e per la maggior parte l'avevamo chiuso e stivato, pur il freddo non si rimetteva.
      6 d'ottobre spirò ancora vento da ponente gagliardo e garbino, ma intorno sera maestro tramontana, spingendo una folta neve, che a pena niuno poteva metter fuori il capo della porta, per il gran freddo.
      Alli 7 fu aere assai piacevole, ma molto freddo, e diligentemente andammo turando e calcando il nostro edificio, e rompemmo la parte di dietro della nave dove è l'arbore, per serrar meglio l'edificio dalla parte di fuori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486