Tra tanto andando alcuni de' nostri alla nave, l'orso audacemente si fe' lor incontro, ma ferito da loro con un moschettone si fuggí.
20-21 attendemmo a portar vino, vettovaglia e altro nella casa. 22 fece neve grande. 23 e 24 menamo un amalato di nave alla casa e la scafa della nave ponendola riversa per serbarla a tempo nuovo da potersi valere; e il sole a noi utilissimo e desideratissimo si cominciò a lasciare.
25 ottobre andammo a torre tutte le arme e instrumenti necessarii per la barca e copano, ed essendo occupati in quell'ultimo viaggio intorno alle corde a tirare, il nocchiero voltandosi vide tre orsi dietro la nave che a noi venivano, e subito spaventato cominciò a gridare per far loro paura, e noi subito sbrigandosi dalle corde ci preparammo a far resistenza: e per sorte sopra il carro erano due scurre romane, una delle quali prese il nocchiero e io l'altra per difendersi a tutto potere. Ma gli altri si misero a fuggire quanto potevano, e fuggendo uno d'essi cadé in una fessura di ghiaccio il che ci fu orribile a vedere, percioché pensavamo che un orso facendo impeto in lui lo divorasse; ma Iddio provide egli che gli orsi si voltassero verso di quelli che fuggivano nella nave, e tra tanto noi, presa l'occasione, con quello ch'era caduto nel ghiaccio andassimo verso la nave e ci salvassimo. Gli orsi, vedendo che eravamo cosí campati, s'accostarono ferocemente alla nave, ma noi non avevamo altre arme che le due dette scurre, e perché non ci fidavamo molto d'esse, andavamo trattenendo gli orsi con tirargli delli bastoni e altro, che essi andavano seguitando non altrimenti che i cani un sasso tirato loro.
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Iddio
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