Considerate tutte queste cose che erano da considerare, ci consigliammo di veder l'Efemeridi di Giosefo Scala stampate a Venezia dell'anno 1589 fino al 1600, nelle quali trovammo a 24 di genaro, nel qual giorno ci apparve il sole, in Venezia all'ora prima di notte esser la congiunzione della luna e di Giove. Perciò usammo diligente osservazione, quando in quella casa che eravamo si facesse tal congiunzione, e fatta molto diligente osservazione trovammo che quel dí 24 genaro era l'istesso nel quale a Venezia fu fatta l'istessa congiunzione, all'ora prima di notte, e appresso di noi la mattina intorno il sole in levante; perciò che continuamente gettati gli occhi a questi due pianeti li vedemmo a poco a poco farsi piú vicini, fino che la luna e Giove si stavano dritto un sopra l'altro, ambidue nel segno del Toro: e ciò la mattina a ora sesta. A quel tempo furono e la luna e Giove sopra il quadrante presso la nostra casa congiunti in 4° tramontana greco, e l'ostro del quadrante era in garbino: quivi avemmo l'ostro dritto nel giorno già 8° della luna, dalle quali cose tutte appare che la luna e 'l sole sono separati l'uno dall'altro otto rombi. Ciò occorse circa l'ora 6a matutina, ed è differente da Venezia in longhezza ore cinque, dal che si può far il conto quanto piú piegavamo verso l'oriente che Venezia, cioè cinque ore: contando per ciaschedun'ora gradi 15, eravamo adunque 75 gradi piú vicini all'oriente che Venezia. Dalle quali tutte cose si può chiaramente comprendere che noi nel nostro conto non abbiamo preso errore, e che anco avemmo trovato la nostra vera longhezza dalli predetti due pianeti, percioché la città di Venezia è in gradi 37, minuti 25 di lunghezza, e la declinazione gradi 46, minuti cinque; onde segue che 'l luogo nel quale nella Nuova Zembla eravamo era in gradi 112, minuti 25 di longhezza, nel 76° grado dell'altezza del polo: quella è la dritta longhezza e larghezza.
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