4 fu aere tranquillo; nel qual giorno ancora venne l'orso verso la nostra casa, e noi con gli archibugi aspettandolo come prima lo ferimmo, nientedimeno fuggí. E noi ancora andammo cinque alla nave, e trovammo che gli orsi avevano gettato sossopra ogni cosa e avevano rotta la porta della cucina, benché fusse sepolta sotto altissima neve, pensando sotto quella fusse ascoso qualche cosa, e portato un pezzo di quella un gran pezzo lontano dalla nave, ove poi lo ritrovammo.
5 fu crudo aere, e verso la sera mitigato alquanto, uscendo di casa vedemmo maggior quantità d'acqua in mare che prima, onde si allegrammo sperando con tempo averci a partire.
6 perseverò l'istesso crudo aere, con gran tempesta e nembi di neve; e quel giorno alcuni de' nostri, montando sopra il camino, videro in mare e presso il continente gran quantità d'acqua.
7 perseverò l'istesso aere e vento, sí che del tutto fummo confinati in casa, e chi voleva uscire gli conveniva uscire per il camino, il che ci era molto famigliare. E vedevamo sempre piú acqua aperta in mare e presso il continente, e stimavamo in queste fortune e corso di ghiaccio che la nave si potesse spinger fuori del ghiaccio, mentre eravamo in casa, che poi fuori non potevamo.
8 continuò l'istesso aere con tempesta e neve, sí che non vedevamo piú ghiaccio in mare verso greco, onde facevamo congiettura che da quella parte dovesse esser il mar libero.
9 fu ancora crudo aere, ma meno de' due giorni passati e con manco neve, sí che vedevamo assai piú lontano l'acqua aperta in mare verso greco; ma verso Tartaria appareva ancora il ghiaccio nel mare di Tartaria, overo congelato, facendo congiettura non esser molto di là lontani, perciò che sendo il ciel sereno ci pareva di vedere il continente e spesso l'uno all'altro ci lo mostravamo verso ostro e ostro siroco, opposto alla nostra casa, come una regione montana, come communemente appaiono le regioni quando si possono veder egualmente.
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Tartaria Tartaria
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