Non ci mancava certo l'animo, ma le forze, onde bisognò allora abbandonar quell'impresa, ma con grandissimo dolore d'animo, quando pensavamo che cosa avevamo a fare.
Come ci preparammo a racconciar il battello per tornar con quello a casa, non potendo liberar la nave dal ghiaccio, ma, essendo tanto distrutti dal freddo e dalla fame che non avevamo piú forza da tirarlo a casa, ci convenne abbandonar l'opera, quasi disperati di dover ivi morire da disagio.
Cap. XIII.
Poi che cosí stanchi e quasi disperati dopo mezogiorno tornammo a casa, un poco dopo riprendendo animo ci esortammo l'un l'altro a rivoltar lo schiffo che era presso la casa riverso, il qual cominciammo a riparare perché ci fusse piú commodo a navigar per mare, percioché ci dava l'animo che avevamo a far un longo e increscevole viaggio, nel quale ci sarebbono incontrate di gran difficultà: perciò, benché facessimo il meglio che sapevamo, non però ci compiacevamo in ogni cosa. Essendo poi intorno questa fattura, venne a noi un ferocissimo orso, ma noi, andando alla casa, quivi l'aspettavamo sopra tutte tre le porte armati di schioppi, e un altro sopra il camino con un moschettone; ma quel pur a noi se ne veniva senza alcuna paura, e meno che nessun altro mai, percioché venne fino al limitar d'una porta, e quel ch'era su quella porta non lo vedeva, perché aveva volta la faccia all'altra porta. Ma quei che erano in casa, vedendogli l'orso quasi adosso, molto impauriti gridarono, e quegli, a sé rivolto, vedutolo, impaurito gli tirò dello schioppo e lo passò per mezo, onde voltosi fuggí: e vi mancò poco certo che non morisse, percioché l'orso gli era già sopra che non lo aveva veduto, e se anco lo schioppo lo fallava, come talora avviene, senza dubbio periva e forse anco l'orso sarebbe entrato in casa.
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