Quivi fermatisi, quattro de' nostri andammo nel continente ad investigar quel sito, e riportammo quattro uccelli gettati da noi giú degli scogli con li sassi.
15 era alquanto allargato il ghiaccio, perciò spirando ostro facemmo vela, e passammo la punta del promontorio e il promontorio Ulissingese, steso per la maggior parte verso greco e poi verso tramontana, fino al promontorio del Desiderio per tredeci miglia in circa, ove si fermammo fino alli sedeci.
16 di nuovo facemmo vela, e arrivammo all'isole d'Orangia spirando ostro, lontane dal promontorio del Desiderio otto miglia. Quivi andammo nel continente con due barilette e una caldaia per liquefar della neve e porla nelle barilette, e a cercar degli uccelli e dell'ova per gli ammalati. Là giunti, accendemmo il fuoco con legna ivi trovate e liquefacemmo la neve, ma non trovammo uccelli. Tre altri marinari andati in un'altra isola per il ghiaccio presero tre uccelli, e nel ritornare il nocchiero, che era uno delli tre, cadé nel ghiaccio con gran pericolo della vita, percioché quivi era un gran fondo; ma per l'aiuto di Dio fu liberato e venne a noi, dove asciugò le vesti al fuoco che avevamo fatto, al quale anco cuocemo gli uccelli, i quali portati in barca diemmo a li nostri ammalati. Tornati adunque alle barche, facemmo di nuovo vela con vento da siroco e con torbido e umido aere, sí che al tutto si bagnamo, perché le nostre barche non erano coperte, e drizzammo il corso verso ponente e garbin ponente fin che giungemmo alla punta del Ghiaccio.
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